S-CARPE DIEM (S-COGLI L'ATTIMO) – parte seconda - Benevento Trasgressiva

S-CARPE DIEM (S-COGLI L'ATTIMO) – parte seconda - Benevento Trasgressiva

Iniziai lentamente a succhiare e leccare ogni dito. Alzando lo sguardo notai che la gonna era scivolata via e, come sospettavo, non indossava le mutande. Ora la sua figa rasata era visibile. Appoggiò un dito sulle grandi labbra e lo sollevò per tutta la sua lunghezza. Una goccia di succo vaginale luccicò quando le sue labbra si aprirono fino al clitoride e si gonfiarono di crescente eccitazione. 
Immaginavo che non si sarebbe accontentata di quell'approccio e, per sicurezza, abbassai la saracinesca con la scusa che stavo per chiudere. Probabilmente si trattava di due lesbiche (di cui forse una mistress) in cerca di giovani prede, e non potevo certo sputtanare il negozio, altrimenti mi avrebbero licenziato.
Tornai in ginocchio e lei subito si tolse l'altra scarpa e la mise nel cavallo dei miei jeans.
- Sei molto carina... Togliti i pantaloni e non smettere di succhiare. 
Con un piede ancora in bocca, mi sfilai i jeans mentre cominciava ad accarezzare la mia intimità con l'altro piede. Poi mi afferrò la testa e mi tirò verso la sua figa obbligandomi a leccarla. Mi strinse forte avvolgendomi le gambe attorno al collo. Non sarei riuscita a staccarmi anche se avessi voluto. Ma all'improvviso mi spinse indietro facendomi sdraiare sulla schiena e mi strappò le mutandine leccandomi lei.
A questo punto, vidi l'altra donna togliersi l'impermeabile nero e inginocchiarsi dietro la sua amica. Anche lei si era sbottonata la camicia, liberando il seno più grosso che avessi mai visto. Mi accorsi anche che aveva in mano un tubetto di gel e un pene di gomma. Lo infilò nel culo di quell'altra e spinse. A ogni spinta, la donna che leccava me gemeva e usava la lingua con più forza. L'idea che questa sconosciuta mi stesse leccando la figa mentre un'altra sconosciuta la stava scopando nel culo era più di quanto il mio cervello potesse immaginare. Chiusi gli occhi e mi gustai tutte quelle strane sensazioni. Nel frattempo, la tettona parlò per la prima volta.
- Non venire...
Non capivo se stesse dicendo alla sua collega o a me, ma ormai ero in orbita e sono venuta gridando come una scrofa al macello. Solo dopo mi accorsi che stava parlando con me. Infatti, con rabbia, sfilò il pene di gomma dal culo dell'amica, prese dalle tasche dell'impermeabile due paia di manette e le allacciò ai miei polsi e ai piedi degli scaffali mentre l'altra mi teneva ferma.
CONTINUA

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